La guerra in Ucraina avrà conseguenze anche nello spazio?

Mentre le forze armate russe iniziavano l’invasione dell’Ucraina, due cosmonauti russi, quattro astronauti americani ed uno europeo lavoravano insieme nello spazio, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS).
Da oltre venti anni equipaggi internazionali lavorano a bordo della base orbitante e rappresentano un esempio di come culture politiche anche molto diverse, a volta perfino antagoniste, possano convivere pacificamente e lavorare insieme per il progresso dell’umanità. Non a caso, la ISS è considerata un esempio di cooperazione post Guerra Fredda, al punto di avere ricevuto una “nomination” per il Premio Nobel per la Pace nel 2014.

Ora, la scelta militare di Putin, che ha riportato in Europa lo spettro della guerra, potrebbe mettere a rischio la più grande base spaziale mai realizzata ma, soprattutto, potrebbe sconvolgere il futuro dell’esplorazione dello spazio.

La Stazione Spaziale Internazionale dove dal 2000 vivono e lavorano equipaggi provenienti da oltre 19 paesi.

Nel suo discorso sulle sanzioni, il presidente americano Joe Biden ha esplicitamente menzionato i progetti spaziali russi affermando che le misure daranno un duro colpo alle importazioni “high tech” e potranno «…danneggiare la loro industria aerospaziale, compreso il loro programma spaziale…». Rispondendo in parlamento, anche il primo ministro inglese Boris Johson ha accennato alla Stazione Spaziale Internazionale, affermando di essere favorevole a continuare la «…collaborazione artistica e scientifica [con la Russia] ma nelle circostanze attuali, è difficile vedere come anch’esse possano continuare normalmente».
A queste dichiarazioni ha subito risposto Dmitry Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, che ha twittato una serie di messaggi non proprio amichevoli verso l’amministrazione americana. In particolare ha avvertito che, senza la cooperazione con la Russia, verrebbe meno la possibilità di utilizzare il modulo russo Zvezda (che fornisce il sistema di propulsione principale per mantenere in orbita la ISS e per guidarla lontano dai detriti spaziali) e la ISS sarebbe a rischio e potrebbe perfino subire “un deorbit incontrollato” che la farebbe cadere sugli Stati Uniti, sull’Europa o anche sull’India e la Cina ma non sulla Russia, che non viene sorvolata spesso dalla base orbitante.

Come si vede la tensione è palpabile ma nonostante le dichiarazioni “infuocate”, penso che la Stazione Spaziale Internazionale sia destinata a continuare la sua vita operativa senza troppi scossoni, anche perché i vari moduli (americani, europei, giapponesi e russi) sono interdipendenti e non potrebbero funzionare separatamente. Non è un caso che la NASA abbia subito chiarito che le nuove sanzioni non avranno impatto immediato sulla cooperazione civile nello spazio.

Il Lunar Gateway sarà la base che verrà realizzata intorno alla Luna a partire dal 2015. Alla sua costruzione contribuiranno gli stessi partners della ISS ad esclusione della Russia.

Ovviamente diverso è il discorso per il futuro. Ad esempio, il nuovo programma lunare americano prevede la realizzazione di una base spaziale in prossimità del nostro satellite. Originariamente il progetto del Lunar Gateway vedeva coinvolte le stesse nazioni che hanno contribuito a realizzare la ISS, Russia inclusa. Alla luce delle crescenti rivalità e, soprattutto, dopo l’invasione dell’Ucraina è praticamente certo che la Russia si muoverà autonomamente, magari in cooperazione con la Cina, che ha annunciato di voler realizzare una base sulla superficie della Luna.

Ancor più critico potrebbe essere l’aspetto militare. Per la guerra in Ucraina, la Russia sta utilizzando i satelliti spia, la rete di navigazione satellitare GLONASS e i sistemi spaziali di comunicazione. Temo che questo aspetto diventerà sempre più rilevante in futuro e aumenterà la possibilità che vengano attaccate anche le infrastrutture spaziali del nemico.
Nel prossimo futuro, i conflitti terrestri potrebbero arrivare anche nello spazio!

 

Pubblicato nella sezione Post di HUFFPOST (25 febbraio 2022)
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