Guerra Fredda anche in orbita

Lunedì scorso, il centro di controllo di Houston ha svegliato l’equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e ha ordinato di chiudere i portelli di diversi moduli e di trovare rifugio a bordo delle capsule Soyuz e Crew Dragon. La procedura di emergenza si è resa necessaria perché la traiettoria della base orbitante stava passando pericolosamente vicina ad una nuvola di detriti spaziali.

Posizione dell Crew-3 Dragon e della Soyuz MS-19 utilizzate come scialuppe di salvataggio dall’equipaggio della ISS.

I sette membri dell’equipaggio sono rimasti a bordo delle due “scialuppe di salvataggio” per oltre due ore, il periodo di maggior rischio secondo le valutazioni effettuate dagli specialisti del Johnson Space Center di Houston. Tuttavia, visto che la ISS transita in prossimità dei detriti ad ogni orbita, circa ogni 90 minuti, è stato consigliato di spostare gli “sleeping quarters” nelle parti interne della stazione spaziale fino a nuovo avviso.
Secondo le regole della NASA, la procedura di emergenza per il rischio di collisione scatta quando un detrito spaziale penetra in un “rettangolo immaginario” disegnato intorno alla stazione. L’area, denominata anche “pizza box”, misura 0,75 chilometri sopra e sotto la ISS e 25 chilometri su ciascun lato.

Raja Chari, Tom Marshburn, Kayla Barron (NASA) e Matthias Maurer (ESA) appena arrivati (tuta blu) insieme a Mark Vande Hei (NASA) e i cosmonauti russi Anton Shkaplerov e Pyotr Dubrov completano l’equipaggio della ISS (Expedition 66).

La Stazione Spaziale Internazionale è provvista di scudi “anti micro-meteoriti” che possono proteggere i moduli pressurizzati dall’impatto di particelle delle dimensioni di qualche centimetro di diametro, particolarmente pericolose perché non sono visibili da Terra. Eventi del genere sono accaduti in diverse occasioni, senza alcun impatto sulla sicurezza dell’equipaggio o sul funzionamento della base orbitante.
Nel caso odierno, viste le dimensioni dei detriti, gli scudi sarebbero stati inutili e, in caso di reale pericolo, sarebbe stato necessario utilizzare i propulsori sulla ISS, che possono modificare la traiettoria della stazione per allontanarla dalla zona d’impatto.

Solo dopo la conclusione dell’emergenza si è saputo che i detriti erano il risultato del test di un sistema anti-satellite da parte della Russia. Il test, che ha utilizzato come bersaglio un satellite sovietico (Kosmos-1408) ormai fuori uso, avrebbe prodotto oltre un migliaio di detriti che rischiano di rimanere in orbita per alcuni anni. In base alla valutazione degli esperti del comando spaziale degli Stati Uniti, lo sciame non ha rappresentato solo un pericolo immediato per l’equipaggio della ISS ma potrebbero continuare a causare problemi alla base anche in futuro.

Illustrazione per descrivere la nuvola di detriti prodotta dalla distruzione di un satellite nello spazio.

Secondo l’amministrato della NASA si tratta di «…un’azione irresponsabile e destabilizzante. Con la sua lunga e leggendaria storia di voli spaziali umani, è incredibile che la Russia metta in pericolo non solo gli astronauti americani e internazionali sulla ISS, ma anche i suoi stessi cosmonauti…»

Da alcuni anni, i rapporti fra Russia e Stati Uniti non sono certo ideali ma, finora, le controversie avevano risparmiato le attività spaziali. Ora questo incidente rischia di trasferire le tensioni terrestri anche in orbita e di mettere a rischio il clima di leale collaborazione che finora ha contraddistinto il programma della Stazione Spaziale Internazionale.

Pubblicato nella sezione Post di HUFFPOST (16 novembre 2021)
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