L’equipaggio che arriverà a “toccare” la Luna

Era la vigilia di Natale del ‘68 quando l’Apollo 8 entrò in orbita intorno alla Luna.  Borman, Lovell e Anders furono i primi esseri umani ad osservare e fotografare il lato nascosto della Luna e il sorgere della Terra dietro l’orizzonte lunare.
Dopo oltre mezzo secolo, una nuova generazione di astronauti si prepara a ripercorre quell’incredibile esperienza. La NASA ha appena annunciato i nomi dei membri dell’equipaggio della missione Artemis II, il volo di ricognizione intorno alla Luna previsto per il 2024.
Gli astronauti americani Reid Wiseman, Victor Glover, Christina Koch e il canadese Jeremy Hansen saranno i prossimi esseri umani a vedere il nostro satellite da vicino anche se le similitudini con l’epica stagione dell’Apollo finiscono qui.

Profilo della missione Artemis II

La prima differenza è proprio nella composizione degli equipaggi. Contrariamente al passato, il programma Artemis prevede la partecipazione delle donne, delle minoranze etniche e di astronauti provenienti da altri paesi.
Un altro elemento di discontinuità è rappresentato dall’enorme evoluzione tecnologica rispetto agli anni ‘60. Orion, il nuovo veicolo che trasporterà gli astronauti verso la Luna, verrà lanciata in cima al razzo più potente mai realizzato e, anche grazie al contributo europeo, utilizzerà il meglio della tecnologia del XXI secolo. Se poi consideriamo la grande esperienza maturata in venti anni di operazioni della Stazione Spaziale Internazionale, possiamo comprendere come il programma Artemis non si limiterà a riportare l’umanità sulla Luna ma punterà a estendere l’esplorazione umana ben oltre l’orbita lunare.

Gli elementi del programma Artemis: Il razzo Space Launch System (SLS) e la capsula Orion che trasporta l’equipaggio verso la Luna

La Luna sarà al centro dell’attività per tutto questo decennio. Dopo il volo dell’equipaggio appena nominato, ci sarà l’allunaggio della missione Artemis III, che aprirà la strada alla creazione di insediamenti umani nel Polo Sud lunare e ai voli successivi che serviranno a realizzare il Lunar Gateway, una stazione spaziale in prossimità del nostro satellite.

Illustrazione del Lunar Gateway, la stazione spaziale che verrà realizzata intorno alla Luna

L’attività di ricerca e di esplorazione sulla Luna permetterà di mettere a punto le tecnologie per il balzo successivo, che porterà i primi astronauti a mettere piede su Marte entro il 2040. Sembra fantascienza ma stiamo assistendo all’inizio di una nuova era, una fase che aspettavamo da molto tempo.
Ricordo le riunioni degli anni ’90, quando ero al Johnson Space Center per prepararmi ai voli a bordo dello Space Shuttle, dove si discuteva di nuovi progetti per rilanciare l’esplorazione umana del sistema solare, progetti rimasti sempre sulla carta. La difficoltà principale era ovviamente il budget della NASA, che si era andato riducendo progressivamente, fino a diventare quasi dieci volte inferiore a quello del programma Apollo.
In quest’ultimo decennio, le cose sono cambiate anche grazie al crescente ruolo assunto dai privati, che ha permesso all’ente spaziale di razionalizzare i suoi programmi. Ad esempio, la SpaceX sta sviluppando Spaceship, il veicolo che sarà utilizzato per far allunare gli astronauti di Artemis III, e la Axiom Space sta realizzando le tute spaziali per le prossime escursioni sulla superficie della Luna.

La tuta per le attività extraveicolari sulla superficie lunare realizzata da compagnie private

Per ridurre ulteriormente i costi, la NASA ha anche predisposto una rete di collaborazioni internazionali attraverso gli Accordi Artemis, firmati da 23 paesi (con l’esclusione di Cina e Russia) che hanno deciso di mettere in comune le risorse economiche e le tecnologie per un’esplorazione pacifica della Luna.

I paesi firmatari degli Accordi Artemis

Pur con le difficoltà e le incertezze dell’attuale momento storico, il programma Artemis potrebbe davvero realizzare l’auspicio della targa lasciata sulla Luna dagli astronauti dell’Apollo 11: «…siamo venuti in pace per tutta l’umanità».

 

Articolo pubblicato nella sezione Post di HUFFPOST (3 aprile 2023)

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