La Cina punta alla faccia nascosta della Luna

Il satellite Queqiao diretto verso la Luna

Qualche giorno fa (20 maggio 2018), l’Agenzia Nazionale Cinese per lo Spazio (CNSA) ha lanciato un razzo Lunga Marcia 4C con a bordo il satellite Queqiao, diretto verso la Luna per diventare il nodo di comunicazione per la successiva, storica missione che dovrà atterrare sulla faccia nascosta del nostro satellite.

Il satellite cinese non entrerà in orbita intorno alla Luna ma si posizionerà in un zona particolare, situata a circa 65.000 chilometri dalla faccia nascosta della Luna. In quella posizione, denominata punto di Lagrange Terra-Luna (noto anche come L2), Queqiao sarà particolarmente stabile, grazie all’effetto combinato della gravità lunare e di quella terrestre, e accompagnerà il moto della Luna intorno alla Terra, mantenendosi fisso rispetto alla superficie lunare.  

Insomma, fungerà da ponte radio per la sonda Chang’e 4, che sarà lanciata entro la fine dell’anno con l’obiettivo di effettuare un allunaggio morbido  e di rilasciare  un robot mobile. Il rover esplorerà la faccia nascosta della Luna in corrispondenza del cratere Von Karman, situato all’interno di un grande bacino che si trova vicino al Polo Sud lunare. Se tutto andrà secondo i piani, la sonda e il suo rover diventeranno i primi oggetti costruiti dall’uomo a raggiungere il lato più lontano della Luna.

Proprio per questo avranno bisogno di Queqiao, immobile sulle loro teste, per rimanere in contatto con la Terra che, altrimenti, sarebbe irraggiungibile dai sistemi di comunicazione radio della sonda.

Il nome Queqiao significa appunto “Ponte delle Gazze” e si riferisce a una leggenda cinese che racconta come le gazze, con le proprie ali, abbiano creato un ponte per permettere alla figlia della Dea del Cielo di incontrare il suo amato che si trovava al di là della Via Lattea. 

La Cina ci ha abituato a queste affascinanti contaminazioni fra moderne tecnologie e antiche leggende. Come si ricorderà, anche il nome della sonda “Chang’e” appartiene alla mitologia cinese e si riferisce alla dea della Luna.  

Il programma delle sonde lunari Chang’e è in campo da oltre un decennio e ha segnato diversi importanti successi. Le prime due missioni, Chang’e 1 e Chang’e 2, sono arrivate in orbita intorno alla Luna nel 2007 e nel 2010 e l’ultima (Chang’e 3) è scesa sulla superficie lunare nel 2013, con un rover chiamato Yutu, (“Coniglio di Giada”).  Con la prossima missione lunare la Cina si appresta a stabilire un nuovo primato che dovrebbe sancire l’indiscusso livello raggiunto dalle sue tecnologie spaziali. 

L’interesse per la Luna sembra di lungo periodo e l’ente spaziale cinese ha dichiarato di voler stabilire una base permanente. Si tratterebbe di una stazione di ricerca lunare senza equipaggio, da costruire nei prossimi 10 anni, per accumulare le competenze tecniche necessarie per realizzare, intorno al 2050, una vera e propria base lunare, gestita da robot ma capace di ospitare i futuri astronauti cinesi.  

Se teniamo conto delle dichiarazioni di Trump, che ha parlato della volontà degli Stati Uniti di ritornare sulla Luna, si intravede la possibilità di una nuova “corsa verso la Luna”, stavolta fra cinesi e americani.

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