Insolita scoperta sulla faccia nascosta della Luna

Le ultime immagini trasmesse dal robottino Yutu-2 mostrano un curioso materiale colorato

Durante il suo ottavo giorno passato ad esplorare la faccia nascosta della Luna, il robottino cinese Yutu-2 (Coniglio di Giada) potrebbe avere fatto un’importante scoperta.

Naturalmente mi riferisco al “giorno lunare” che dura poco meno di un mese terrestre.  Il 3 gennaio scorso, infatti, la sonda Chang’e-4 ha effettuato un atterraggio morbido sul lato opposto della Luna e ha lasciato scendere un robot mobile per esplorare il terreno circostante. 

In questi otto mesi “terrestri”, il piccolo rover Yutu-2 ha percorso poco meno di 3 chilometri – non proprio un passo da record di velocità – ma dobbiamo tener presente che è la prima volta che un veicolo terrestre si muove, in modo autonomo, sulla superficie nascosta della Luna che, stando alle foto scattate dall’orbita, è molto più accidentata della parte visibile dalla Terra, quella dove sono atterrati gli uomini dell’Apollo. 

Il 28 luglio, mentre il centro di controllo della missione si stava preparando a spegnere Yutu-2 per il suo “pisolino” di mezzogiorno (un’operazione necessaria per proteggerlo dalle alte temperature e dalle radiazioni provenienti dal sole alto nel cielo), c’è stata la curiosa scoperta.Una delle immagini della telecamera principale del rover aveva ripreso un piccolo cratere che mostrava un colore e una lucentezza diversi da quelli della superficie lunare circostante.

Una scoperta inaspettata, che ha spinto i tecnici della missione a rimandare le attività previste e a concentrare tutti gli strumenti di bordo su quello che appariva come un materiale lunare davvero insolito.Yutu-2 si è avvicinato lentamente al cratere, puntando le sue telecamere sul materiale colorato. È stato anche attivato il suo spettrometro, sensibile alla luce visibile e all’infrarosso, per rivelarne la composizione chimica.

Finora, gli scienziati cinesi non hanno offerto indicazioni sulla natura della sostanza: si sa solo che è “gelatinosa” e ha un “colore insolito”. Secondo le prime ipotesi circolate, potrebbe trattarsi di vetro fuso, creatosi a seguito dell’impatto di una delle tante meteoriti che colpiscono la superficie della Luna.

La scoperta cinese non è la prima sorpresa “colorata” che la Luna ci riserva. Durante la missione Apollo 17 del 1972, l’astronauta-geologo Harrison Schmitt scoprì un terreno di colore arancione vicino al luogo dell’atterraggio, nel cratere di Taurus-Littrow. Studiando i campioni riportati sulla Terra, i geologi conclusero che il suolo arancione era stato creato durante un’eruzione vulcanica avvenuta oltre 3 miliardi di anni prima. 

Se è bastato esplorare qualche chilometro per trovare le prime sorprese, immaginate quali scoperte potranno fare i prossimi astronauti che rimetteranno piede sulla Luna! Stavolta stabiliremo basi scientifiche permanenti sulla superficie lunare e potremo condurre un’esplorazione sistematica del nostro satellite.

La luna servirà come banco di prova per trovare le risorse e per sviluppare le tecnologie che ci permetteranno di raggiungere gli altri mondi del nostro sistema solare.  

Pubblicato sul Blog dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) nella sezione SPAZIO:https://www.agi.it/blog-italia/autore/umberto-guidoni/

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