Anche l’India sulla Luna?

Fallito l’allunaggio del lander Vikram. L’India non è riuscita a “mettere piede” sulla Luna

In questo caso si tratta dei piedi metallici del modulo di atterraggio Vikram che era la vera novità della sonda Chandrayaan-2, la seconda missione lunare indiana, dopo quella di Chandrayaan-1 lanciata nell’ottobre 2008.

Il lander indiano aveva il nome del dottor Vikram A Sarabhai, il fondatore della Indian Space Research Organization (ISRO), e portava a bordo un piccolo robot mobile, un rover chiamato Pragyan, che significa “saggezza” in sanscrito. 

Qualche giorno fa Vikram ha iniziato la manovra di separazione dalla nave madre e con successivi aggiustamenti ha modificato la sua orbita per inserirsi su una traiettoria fortemente ellittica. Nel punto più lontano si è trovata a circa 110 chilometri mentre passava ad appena 36 chilometri dalla superficie nel punto più basso.E proprio da quest’ultimo punto il lander ha cominciato la sua discesa controllata per il “touchdown” finale, nella tarda serata di venerdì (ora italiana), manovra che è fallita a circa 2 km dal punto prescelto, quando si sono interrotte le comunicazioni radio.

La missione indiana ha avuto un percorso volutamente tortuoso verso la Luna. Il lancio è avvenuto il 22 luglio scorso, dal Satish Dhawan Space Center, e ha richiesto ben cinque accensioni dei motori per innalzare la sua orbita, prima di eseguire la manovra di inserzione nella traiettoria che l’avrebbe portata verso la Luna.  

Chandrayaan-2 è progettata per rimanere in orbita polare intorno alla Luna per almeno un anno. I suoi strumenti permetteranno di produrre una mappa 3D della superficie e di analizzare la mineralogia e la geologia della Luna. In particolare è dotata di uno spettrometro nella banda visibile e in quella X e di una telecamera ad alta risoluzione. 

L’aspetto più rilevante della missione, però, riguardava l’atterraggio morbido di Vikram, a cominciare dal sito scelto per l’allunaggio, che si trovava a quasi 70 gradi a sud dell’equatore a 600 km dal Polo Sud lunare: il punto più meridionale mai visitato da un veicolo terrestre.

Tutti i siti di atterraggio dell’Apollo erano sul lato visibile in prossimità dell’equatore, dove è più facile e sicuro atterrare. Questo ha lasciato aperta una questione sui campioni riportati dagli astronauti: se alcune caratteristiche che appaiono in tutti i campioni sono universali o semplicemente prevalgono nella regione equatoriale.

Anche la missione cinese Chang’e-4, che è atterrata sul lato opposto della Luna, è comunque in una zona con una latitudine di circa 45 gradi a sud dell’equatore. Ma il Polo Sud è particolarmente intrigante anche per la possibile presenza di ghiaccio. Alcune sonde in orbita intorno alla Luna (a cominciare da Chandrayaan-1) hanno rilevato la presenza di ghiaccio d’acqua sepolto nei crateri che sono perennemente in ombra proprio nelle zone polari.Chandrayaan-2 potrà approfondire queste analisi dall’orbita ma non potrà più utilizzare i dati trasmessi dal lander e dal rover che avrebbero potuto fare misure direttamente sul terreno lunare.

Se tutto fosse andato come previsto, l’India sarebbe entrata nel ristretto club di paesi (Stati Uniti, Russia e Cina) che possiedono le tecnologie per effettuare un atterraggio morbido sulla Luna. 

Come abbiamo visto ieri sera, le cose sono andate diversamente: Ancora una volta la Luna si è dimostrata una “severa maestra” (Heinlein)…  

Versione aggiornata rispetto al post pubblicato sul Blog dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) nella sezione SPAZIO:https://www.agi.it/blog-italia/autore/umberto-guidoni/

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