DART, la missione per imparare ad evitare un Armageddon

Ricordate il film, del genere catastrofico, dove Bruce Willis guida un manipolo di astronauti improvvisati per deviare un asteroide prima che possa distruggere la Terra? Un simile tentativo, senza effetti speciali e senza astronauti, sarà tentato dalla NASA e potrebbe insegnarci molte cose su come evitare catastrofi come quella immaginata nel film.

La missione si chiama DART (Double Asteroid Redirection Test) e ha l’obiettivo di colpire il piccolo asteroide Dimorphos, in orbita attorno a uno più grande di nome Didymos.

Immagine del sistem binario Dimorphos – Didymos

Va detto subito che i due corpi celesti non rappresentano una minaccia per la Terra, visto che si trovano a circa 10 milioni di km dal nostro pianeta, ma sono stati scelti perché formano un sistema binario, adatto per mettere alla prova la tecnologia per difenderci da potenziali minacce di collisioni con asteroidi o comete in un prossimo futuro.

Si tratta di una difficile sfida che, dopo circa un anno di navigazione nello spazio interplanetario, dovrà portare la sonda in prossimità del suo bersaglio. Gran parte della difficoltà sta nella precisione richiesta: dopo la manovra finale, effettuata 24 ore prima dell’impatto, il centro di controllo deve conoscere la posizione di DART e di Dimorphos con un errore di soli 2 chilometri. Da quel momento, la sonda dovrà cavarsela da sola, utilizzando il computer di bordo per puntare in modo autonomo verso il bersaglio.

Un’altra difficoltà è rappresentata dalla scarsa conoscenza della composizione di Dimorphos: sarà morbido come l’asteroide Bennu e inghiottirà DART come sabbie mobili o sarà un pezzo di dura roccia, capace di disintegrare la sonda del peso di circa 600 chili e delle dimensioni di un furgone? Lo sapremo presto. Se tutto andrà secondo i piani, nelle prime ore di martedì 27 settembre, la navicella colpirà, alla velocità di circa 22.000 km/h, il piccolo asteroide che misura solo 160 metri di diametro (circa le dimensioni del Colosseo).

Asteroide Dimorphos confrontato con il Colosseo

Gli scienziati pensano che l’impatto dovrebbe ridurre di alcuni minuti il periodo orbitale della minuscola luna. Una variazione sufficientemente grande da poter essere misurata dai telescopi sulla Terra. L’alterazione dell’orbita di Dimorphos sarebbe una prova concreta che la tecnica di “impatto cinetico”, cioè di colpire un corpo celeste per modificarne la velocità e la traiettoria, può essere una tecnica efficace per proteggere il nostro pianeta da potenziali impatti con asteroidi.

Insieme a DART, ha viaggiato un altro piccolo satellite che ora si è sganciato e sta volando in formazione con la sonda madre. Si tratta di LICIA (Light Italian CubeSat for Imaging Asteroids), un veicolo “made in Italy” delle dimensioni di un tostapane, che ha l’importante compito di visualizzare gli effetti di impatto di DART su Dimorphos. Sebbene non siano necessarie per il successo della missione, le immagini pre e post-impatto fornite dalle due telecamere ottiche saranno importanti per studiare da vicino gli asteroidi NEO (Near Earth Objects) e aiutare nell’interpretazione dei risultati della missione DART.

 

Articolo pubblicato nella sezione Post di HUFFPOST (25 settembre 2022)

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