Crew Dragon o Starliner?

Dopo nove anni dall’ultimo volo dello Space Shuttle (Atlantis – 8 luglio 2011), il 2020 sarà l’anno in cui gli astronauti americani potranno tornare a viaggiare nello spazio su veicoli “made in USA”.

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A differenza del passato, non saranno veicoli realizzati dalla NASA ma, piuttosto dei “taxi spaziali”, costruiti da compagnie private, che verranno affittati dall’ente spaziale americano o da altri soggetti pubblici o privati.
Le due società in competizione sono SpaceX e Boeing, con filosofie leggermente diverse su come far arrivare gli equipaggi alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e riportarli sulla Terra.
Ma vediamo meglio di che si tratta…

STARLINER

La Boeing ha cominciato a progettare questo veicolo nel 2010. Inizialmente identificata con la sigla CST-100 (Crew Space Transportation), è una tradizionale capsula molto simile ai precedenti veicoli spaziali americani.
Diversamente dalle capsule degli anni 60, Starliner atterrerà sulla terraferma, come le Soyuz russe, in uno dei due siti principali di White Sands (New Mexico) e Dugway Proving Ground (Utah). L’atterraggio al suolo ridurrà il tempo di preparazione per il lancio successivo: la Boeing spera di far volare la stessa capsula ogni 6 mesi per un massimo di 10 missioni.
Oltre ai tradizionali paracaduti, Starliner utilizzerà una serie di grandi airbag che normalmente servono a rendere più dolce l’atterraggio sul terreno ma, in caso di ammaraggio d’emergenza, possono contribuire a rendere galleggiabile la capsula.

Il veicolo è composto da due sezioni principali, la capsula a forma di cono tronco e il modulo di servizio di forma cilindrica. La capsula fornisce un ambiente pressurizzato per l’equipaggio e può trasportare fino a sette astronauti, anche se la NASA non utilizzerà più di quattro posti alla volta. Il modulo di servizio ospita i serbatoi del combustibile, i sistemi di propulsione, i pannelli solari per la produzione di energia e i motori di emergenza (abort), progettati per separare la capsula dal razzo vettore in caso di malfunzionamento durante il lancio. Il modulo di servizio viene sganciato prima del rientro e si distrugge a contatto con l’atmosfera terrestre.
Starliner sarà lanciata con il razzo Atlas V, della United Launch Alliance, ma potrebbe essere compatibile anche con razzi Delta IV, Vulcan e il Falcon 9.

CREW DRAGON

Originariamente, doveva essere la versione con equipaggio della capsula Dragon, il cargo automatico progettato per rifornire la ISS. La Dragon 2, come era stata ribattezzata inizialmente, poteva trasportare sette astronauti e doveva atterrare sulla terraferma, senza l’uso del paracadute ma utilizzando i motori di emergenza per effettuare un touchdown morbido. In seguito, SpaceX ha abbandonato l’idea di un “atterraggio propulsivo” a favore dell’approccio tradizionale dello splashdown nell’oceano, proprio come la versione da carico. Questo cambiamento nella fase di atterraggio ha richiesto anche una modifica interna dei sedili che da sette sono passati a quattro. Successivamente, è cambiato anche il nome che ha portato a quello attuale.

Come lo Starliner, anche la Crew Dragon è composta di due sezioni: la capsula dell’equipaggio e il cosiddetto “bagagliaio” o trunk. In questo caso la capsula contiene anche i motori di abort Super Draco, che sono integrati nello scafo.
Il “bagagliaio” è una sezione non pressurizzata dove sono alloggiati i sistemi di servizio ma che consente anche di ospitare carichi più grandi che non passerebbero dalla porta di attracco o elementi da istallare all’esterno della ISS che vengono recuperati tramite il Canadarm2, il braccio robotico della Stazione Spaziale. Inoltre, la parte esterna del trunk è rivestita da pannelli solari da un lato e da radiatori dall’altro.
Il trunk viene rimosso prima del rientro e brucia al contatto con l’atmosfera. Questo consente lo smaltimento i rifiuti che si accumulano a bordo della ISS, un vero servizio di “inceneritore spaziale”.
Crew Dragon è progettato per volare esclusivamente sul Falcon 9, visto che il Falcon Heavy non sarà più certificato per il volo con equipaggio.

CONCLUSIONE

Crew Dragon e Starliner saranno fondamentali per rilanciare l’esplorazione umana dello spazio. La Soyuz è solida e affidabile ma è pur sempre una capsula degli anni 60. Disporre di veicoli spaziali più avanzati e confortevoli è il primo passo per poter ampliare la platea dei “viaggiatori spaziali”. Stiamo entrando in una nuova fase, quella dei veicoli commerciali capaci di trasportare nello spazio non solo astronauti “professionisti” ma anche semplici passeggeri, che potranno andare in orbita per lavoro o per puro divertimento anche se i prezzi saranno tutt’altro che economici.
Pur apprezzando le tante novità tecnologiche, però, non posso non rimpiangere lo Space Shuttle che, nonostante i suoi difetti, aveva capacità operative, nello spazio come nella fase di rientro, che rimangono ancora senza pari!

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