La ISS e la guerra in Ucraina

Da oltre venti anni equipaggi internazionali lavorano a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) che è diventato l’esempio di come culture politiche molto diverse, perfino antagoniste, possano convivere pacificamente e lavorare insieme per il progresso dell’umanità.
Ora, la scelta militare di Putin ha riportato in Europa lo spettro della guerra e potrebbe mettere a rischio la più grande base spaziale mai realizzata, almeno secondo le farneticanti dichiarazioni di Dmitry Rogozin, capo dell’agenzia spaziale russa Roscosmos.

Rogozin, che è tra i più stretti collaboratori di Putin (è stato ambasciatore russo presso la NATO e successivamente vice primo ministro russo), ha più volte avvertito che le sanzioni occidentali stanno mettendo a rischio la ISS che, senza i sistemi russi, potrebbe subire “un deorbit incontrollato” che la farebbe cadere sugli Stati Uniti, sull’Europa o anche sull’India e la Cina ma non sulla Russia, che viene sorvolata solo marginalmente dalla base orbitante.
Se è vero che i Progress russi sono stati finora utilizzati per innalzare l’orbita della ISS è altrettanto vero che l’operazione potrebbe essere effettuata anche dal modulo Cygnus che è attualmente agganciato alla stazione. Proprio questa manovra verrà tentata dalla NASA nei prossimi giorni.

La tensione è palpabile ma, nonostante le dichiarazioni “infuocate”, penso che la ISS sia destinata a continuare la sua vita operativa almeno fino alla data del 2025-2027, come previsto dagli accordi vigenti. La convivenza potrebbe rivelarsi più difficile, con cosmonauti e astronauti “separati in casa”, ma la ISS continuerebbe ad operare come un’unica base, anche perché i moduli americani e russi (ma anche quelli europei e giapponesi) sono interdipendenti e non potrebbero funzionare separatamente.

Diverso è il discorso per gli scenari futuri, dopo la dismissione della ISS!

I russi potrebbero collaborare con i cinesi, che hanno in orbita il primo modulo della stazione Tiangong che dovrebbe essere completata con l’arrivo di altri due elementi entro quest’anno.
La NASA e gli altri partner internazionali, invece, potrebbe utilizzare un’infrastruttura spaziale costruita da una società privata.

Illustrazione della futura stazione spaziale della Axion Space

La Axiom Space sta lavorando a una propria base orbitante che dovrebbe essere realizzata in modo graduale, con i primi quattro moduli inizialmente agganciati all’attuale Stazione Spaziale Internazionale. Quando sarà raggiunta una configurazione capace di funzionare indipendentemente, la struttura si separerà dalla ISS e potrà continuare ad operare autonomamente.

È davvero triste dover costatare come l’aggressione di Putin nei confronti dell’Ucraina abbia riportato il mondo ai tempi della “Guerra Fredda” e stia mettendo a rischio il futuro dell’umanità sulla Terra e perfino nello spazio.

 

Aggiornamento dell’articolo pubblicato nella sezione Post di HUFFPOST (25 febbraio 2022)
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