Un “piccolo passo” verso la Luna

Nei giorni scorsi la NASA ha lanciato un nuovo satellite verso la Luna. Si tratta di un cubesat, una piccola sonda delle dimensioni di un forno a microonde, denominata CAPSTONE, dall’acronimo inglese che descrive le sue funzioni principali (Cislunar Autonomous Positioning System Technology Operations and Navigation Experiment).
Il lancio, avvenuto per la prima volta da una base in Nuova Zelanda, non ha avuto particolare rilevanza sui media anche se questa missione può rappresentare un passo significativo per il futuro dell’esplorazione umana dello spazio.
Nonostante le sue modeste dimensioni, CAPSTONE fungerà da apri pista e servirà a verificare alcune delle tecnologie necessarie per il successo del programma Artemis, che riporterà gli esseri umani sulla Luna nella seconda metà di questo decennio.
Il primo aspetto, davvero importante, è il modo in cui la sonda si muoverà intorno alla Luna. Non sarà un’orbita quasi circolare più o meno allineata con l’equatore lunare, come era accaduto per tutte le missioni Apollo, ma si tratterà di una novità assoluta.
CAPSTONE utilizzerà un’orbita denominata “halo”, un’ellisse molto schiacciata che lo porterà a una distanza di circa 1.500 km dal Polo Nord e fino a 70.000 km dal Polo Sud lunare.

L’orbita “halo” intorno alla Luna è rappresentata dai punti 9-10

Dunque un’orbita polare, percorsa in poco meno di sette giorni, che sarà simile a quella che seguirà la futura stazione cis-lunare, anche nota come Lunar Gateway, che gli astronauti utilizzeranno come scalo tra la Terra e la Luna e come base per esperimenti e il monitoraggio della superficie lunare. Una traiettoria molto particolare, che è stata scelta perché minimizza l’uso dei motori per mantenere in orbita il Gateway e, allo stesso tempo, permette ai veicoli spaziali in arrivo o in partenza di ridurre notevolmente il consumo di carburante. Ad esempio i lander lunari potranno fare la spola tra il Gateway e la superficie lunare utilizzando al minimo i motori a razzo. Infine, aspetto non secondario, in tale orbita la stazione cis-lunare sarà sempre in comunicazione con la Terra.

La capsula Orion mentre attracca al Lunar Gateway

Un altro dei compiti chiave della missione sarà il collaudo dei sistemi di navigazione. Per questo CAPSTONE utilizzerà il Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), un satellite della NASA lanciato nel 2009, come punto di riferimento per le comunicazioni. Questa trasmissione peer-to-peer con LRO aiuterà a testare il sistema di navigazione del cubesat e a tracciare la sua posizione senza la necessità di comunicare con la Terra. In futuro questa tecnologia sarà usata per gestire il traffico intorno alla Luna, una specie di GPS per la navigazione spaziale.

Il razzo Space Launch System (SLS) e la capsula Orion sulla rampa in preparazione per la missione Artemis I

Mentre CAPSTONE è in rotta verso la Luna, il razzo SLS, il più potente mai realizzato, resta in attesa sulla rampa di lancio del Kennedy Space Center. Tra qualche mese porterà la missione Artemis I intorno alla Luna. Si tratta di un volo senza equipaggio che sarà il test finale del possente vettore e della capsula Orion, che ospiterà i primi equipaggi che faranno rotta verso la Luna.
Dopo oltre mezzo secolo, si torna sulla Luna e stavolta andiamo per restare a lungo, per esplorare le zone polari del nostro satellite e per utilizzarne le importanti risorse.

Condividi questo articolo