Voli turistici nello spazio

Il lancio di Crew Dragon ha segnato l’ingresso dei privati nei voli orbitali con equipaggio. Tuttavia, almeno in una prima fase, le opportunità per i turisti saranno soprattutto per i voli suborbitali, cioè missioni brevi per raggiungere il limite dove convenzionalmente inizia lo spazio (linea di Karman a 100 km); senza la possibilità di compiere un’orbita completa della Terra. In pratica una gigantesca “montagna russa” che permette di vedere la Terra dallo spazio e di provare l’assenza di peso per una manciata di minuti.

 

  • La SpaceShipTwo, della Virgin Galactic, è un aereo a razzo suborbitale portato in quota da un velivolo più grande (WhiteKnight).
  • Una volta sganciato sale verticalmente fino ad un’altezza di circa 100 km, per poi atterrare come un aliante sulla pista dell’aeroporto di partenza.
  • In tutto meno di un’ora di volo, al prezzo di circa 250 mila dollari

 

 

  • La Blue Origin propone una capsula spaziale, in grado di trasportare fino a sei turisti.
  • Viene lanciata da un razzo New Shepard che rientra alla base in maniera autonoma.
  • La capsula su cui viaggiano i turisti atterra  con l’uso dei paracaduti.

 

 

 

  • Volare nello spazio è considerata un’attività pericolosa per i turisti, definiti come “partecipanti ai voli spaziali”; basti pensare alle accelerazioni, alle radiazioni e alla microgravità.
  • Di conseguenza, ci sono requisiti per l’idoneità fisica, l’addestramento, nonché il consenso informato per scaricare le responsabilità delle società che gestiscono i voli.
  • Come le compagnie aeree, anche gli operatori dei veicoli spaziali sono tenuti a istruire i turisti su come rispondere alle situazioni di emergenza.
  • Virgin Galactic, ad esempio, offre 3 giorni di addestramento focalizzato sull’attrezzatura, le comunicazioni e l’uso dei dispositivi a bordo del veicolo.

 

 

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